L’itinerario consente di ripercorrere la storia della pittura attraverso le opere di importanti autori locali testimoni dei nuovi linguaggi artistici che si susseguirono dalla metà del Duecento alla metà del Seicento. Tra XIII e XIV sec. i pittori dell’area nord-est dell’Umbria recepirono le novità del cantiere internazionale della Basilica di S. Francesco ad Assisi, spesso affiancando i grandi maestri come aiuti e collaboratori. Guido di Pietro da Gubbio, noto come il Maestro dei Crocefissi Francescani, fu uno dei protagonisti della “maniera bizantina” di derivazione giuntesca. Con il figlio Oderisi diresse un’importante bottega di miniatura e pittura attiva in Umbria e in alcune regioni limitrofe: tra le opere lasciate a Gubbio si ammirano le Storie di S. Francesco nell’omonima chiesa. I crocefissi sofferenti di Giunta Pisano, furono alla base anche delle esperienze del Maestro del Crocefisso di Gualdo Tadino, la cui croce dipinta per la Chiesa di S. Francesco, è conservata al Museo Civico di Rocca Flea insieme a quella di anonimo proveniente dalla Chiesa di S. Agostino. Altro esemplare significativo è la croce di ignoto autore nella Pinacoteca Civica di Nocera Umbra. Il rivoluzionario linguaggio giottesco caratterizzò l’attività del Maestrodella Croce di Gubbio, il cui nome deriva da una croce dipinta (1295 ca.) custodita al Museo di Palazzo dei Consoli insieme ad una Maestà con caratteristiche duccesche; suo l’affresco con la Crocifissione fra i dolenti e i SS. Giacomo e Mariano al Museo Diocesano e le due Maestà frammentarie situate a Palazzo Ducale e nella Cattedrale. Il principale allievo umbro di Giotto, fu il Maestro Espressionista di Santa Chiara, identificato con l’eugubino Palmerino di Guido. Il suo stile radicato nella cultura giottesca ma aperto alle influenze senesi, caratterizzò importanti committenze eugubine: gli affreschi della cappella Sforzolini in S. Francesco, le espressive pitture su tavola dell’arca vecchia del patrono S. Ubaldo, la delicata Maestà dei Laici del Museo Diocesano e il polittico a sette scomparti del Museo Civico. Lo stile elegante del pittore senese Pietro Lorenzetti è testimoniato da un polittico, oggi a Palazzo Ducale, che ritrae una Madonna con Bambino tra i SS. Pietro e Paolo e dimostra come i rapporti con la cultura senese a Gubbio non passarono esclusivamente da Assisi ma furono diretti. Pittori lorenzettiani furono Guiduccio Palmerucci e Mello da Gubbio. Il primo è autore di un elaborato polittico di commissione civile raffigurante la Madonna in trono con Bambino e Santi protettori conservato nella Pinacoteca Civica di Gubbio. Il secondo è artefice di raffinate tavole raffiguranti Madonne con bambino, quali la nota Pala di Agnano e la Madonna di Valdichiascio entrambe nel Museo Diocesano e affreschi a carattere votivo e celebrativo nel Museo Civico. La cultura pittorica senese a Gubbio proseguì grazie ai lavori di Taddeo di Bartolo; note le tavolette a fondo oro con figure di Santi che dipinse per la chiesa di S. Domenico, ora a Palazzo Ducale. La nascita delle signorie locali, come quella dei Montefeltro, successiva alla decadenza dei Liberi Comuni, orientò la produzione artistica fra Tre e Quattrocento verso uno stile più elegante e celebrativo delle corti. Ottaviano Nelli si inscrive in questo filone definito del gotico-cortese che non lasciò indifferente anche la committenza religiosa. Per la chiesa di S. Agostino a Pietralunga realizzò un polittico oggi alla Galleria Nazionale dell’Umbria. A Gubbio dipinse due famosi cicli di affreschi: nella chiesa dei frati Minori le Storie della Vergine e nella chiesa di S. Agostino le Storie del Santo e il Giudizio Universale. LaMadonna del Belvedere, suo capolavoro indiscusso, affrescata nella chiesa di S. Maria Nuova, mostra forti legami con l’arte di Gentile da Fabriano e la pittura dei Salimbeni nell’uso di tinte brillanti e nella tecnica di doratura. Affreschi del Nelli caratterizzano l’interno della chiesa di S. Maria della Piaggiolaa Fossato di Vico.Alla scuola del Nelli appartiene il pittore tardo gotico Jacopo Bedi, autore di opere su tavola e ad affresco come le scene della Passione di Cristo provenienti da Santa Maria dei Laici, oggi al Museo Diocesano.Ben rappresentata è la pittura rinascimentale di derivazione umbro-marchigiana. L’area eugubina risente della presenza dei perugini Sinibaldo Ibi e Orlando Merlini, che ripropongono forme e iconografie tratte damaestri come il Perugino, Pintoricchio e Signorelli. Ibi è autore del Gonfalone bifacciale con la Madonna della Misericordia e S. Ubaldo benedicente (1503), oggi conservato presso la Pinacoteca Civica e di opere presenti in Cattedrale che evidenziano un uso sapiente del colore. Il Merlini dipinse a Palazzo dei Consoli un affresco (1503), con i SS. Ubaldo e Agostino che reggono il vessillo di Gubbio, il trittico conservato nel medesimo palazzo con la Madonna in trono tra Santi e per la chiesa di Santa Maria della Ghea a Fossato di Vico, il frammento di affresco con l’Angelo in Annunciazione. Altro esponente di spicco della “maniera moderna” è Niccolò di Liberatore, detto l’Alunno. L’artista folignate è l’artefice del Polittico di Gualdo della Rocca Flea, magnifica pala d’altare commissionatagli dalla comunità francescana per la propria chiesa(1471) e del similare Polittico dell’Assunta proveniente dal Duomo di Nocera Umbra e oggi nella Pinacoteca locale. Figura eclettica della pittura umbra di metà ‘400 fu Matteo da Gualdo, “pittore notaio” influenzato dalla scuola folignate e da quella padovana. Nei suoi lavori possiamo ammirare personaggi con fisionomie al limite del grottesco, quasi irreali. La Rocca Flea di Gualdo Tadino, conserva l’Albero genealogico della stirpe di David – Albero di Jesse che coniuga la tradizionale iconografia dell’albero genealogico con quella nuova dell’esaltazione dell’Immacolata. Il pittore lavorò anche perNocera Umbra realizzando per il Duomo la pala d’altare con l’Incontro di Gioacchino e Anna alla porta Aurea e l’Immacolata Concezione oggi nella locale Pinacoteca Civica. Di grande rilievo nel territorio nocerino è il ciclo di affreschi della chiesa campestre di Acciano (metà del XV sec.) attribuiti ad un ignoto pittore camerte. L’iconografia con immagini di Santi tutelari e protettori dei pellegrini è legata al contesto rurale e alla collocazione della chiesa nel percorso montano tra Umbria e Marche. La pittura manierista a Gubbio, si trova rappresentata dai lavori del biturgense Raffaellino del Colle che dipinse la pala della Natività e gli affreschi con Storie dei SS. Placido e Mauro per S.Pietro e la tela della Madonna con Bambino per S.Domenico.Attiva contemporaneamente fu la bottega di Benedetto Nucci, pittore spesso al servizio di istituzioni religiose e autore della Pentecoste del Museo Civico di Gubbio e del S. Ubaldo in Cattedrale. Suoi allievi il figlio Virgilio e Felice Damiani, entrambi documentati con opere nella raccolta civica e nelle chiese eugubine. La pittura di Virgilio, influenzata dal pittore Daniele da Volterra e dal plasticismo di Michelangelo, ha lasciato traccia anche nella chiesa di S. Francesco a Costacciaro che conserva un’Annunciazione e una Deposizione dalla Croce. La cultura barocca è testimoniata dagli affreschi di Francesco Allegrini che decorò la cappella del Ss. Sacramento nel Duomo di Gubbio, la cupola della chiesa della Madonna del Prato e la volta di Santa Maria dei Laici che conserva anche la tela dell’Annunciazione di Federico Barocci. Antonio Gherardi da Rieti realizzò invece le due tele raffiguranti l’Immacolata Concezione in S. Francesco e la Nascita del Vergine nel Duomo. Il linguaggio di Guido Reni e del classicismo romano si ritrova nel pregevole Gonfalone dei Calzolari realizzato da Giovan Battista Michelini e ospitato al Museo di Palazzo dei Consoli.