Umbria Romana

Il percorso valorizza un immenso patrimonio archeologico, testimone del grande sviluppo politico, sociale ed economico raggiunto dalle comunità umbre di nord-est con la romanizzazione.L’espansione romana in Umbria, preceduta da importanti relazioni culturali e commerciali fin dal IV secolo a.C., fu sancita dalla battaglia di Sentino nel 295 a.C. L’apertura in seguito della Via Flaminia rappresentò per i territori nuove possibilità di sviluppo e benessere. Realizzata dal Console Caio Flaminio per garantire a Roma un percorso militare di collegamento rapido con i territori sottomessi, la strada completava qui il suo percorso umbro, oltrepassando l’Appennino al valico di Scheggia, l’antica ad Ensem, per dirigersi verso l’Adriatico. I resti di monumentali edifici pubblici, di templi, così come le numerose iscrizioni, i preziosi mosaici delle domus e i ricchi corredi funerari,restituiscono l’immagine di fiorenti municipi e importanti abitati situati al centro di grandi assi commerciali.L’itinerario è anche occasione di scoperta dell’antico tracciato della via consolare e dei numerosi ponti e opere murarie costruiti per superare le difficoltà di un terreno montuoso e ricco di corsi d’acqua da attraversare.

In posizione strategica tra i valichi appenninici e le valli fluviali del Chiascio e dell’Assino, affluenti del Tevere, sorgeva Iguvium romana (Gubbio),il primo centro umbro ad allearsi con Roma. Un legame importante che permise alla città di avere già alla fine del III sec. a.C. una zecca e battere una propria moneta, l’ikuvins. Con l’istituzione del municipio nell’89 a.C. la città si estese in pianura dove fu costruito il maestoso teatro, tra i pochi rimasti in Italia, situato a poca distanza dai resti delle terme e del foro. Edificato alla fine del periodo repubblicano, presentava due ordini di arcate in parte conservate, potendo accogliere in origine 6000 spettatori. L’edilizia privata è ampiamente documentata dai resti di numerose domus con eleganti pavimenti a mosaico e in cocciopesto, frutto di una affermata bottega artistica locale e di una committenza colta e ricchissima. Esempi importanti sono la domus di Scilla, sede oggi della raccolta archeologica dell’Antiquarium e la domus del Banchetto, nei pressi dell’area forense. Il Museo Civico di Palazzo dei Consoli illustra aspetti di vita quotidiana di Iguvium romana, dalla fase repubblicana alla fine dell’impero.Notevole è la raccolta delle epigrafi in pietra, attestanti nomi, ruoli sociali, cariche politiche, mestieri e luoghi. L’ambiente domestico è valorizzato da un ricco vasellame e l’attività delle terme da balsamari e strumenti per la pulizia e la cura del corpo. Rari esemplari di monete repubblicane e imperiali introducono al mondo dei commerci mentre interessanti corredi funerari, contenenti raffigurazioni di Arpocrate, testimoniano la presenza di culti orientali accanto a quelli pagani ufficiali e tradizionali.

Quattro santuari di confine furono costruiti ai margini del territorio di Iguvium, lungo le principali vie di comunicazione, continuando una tradizione già in uso tra le genti umbre. Il tempio oracolare di Giove Pennino si trovava lungo la Flaminia, nei pressi di Scheggia, l’antica ad Ensem, stazione di sosta e posta pertinente al municipio di Iguvium. A sud lungo la valle del Chiascio era il tempio dedicato a Marte Ciprio, a ovest in posizione dominante sulla valle dell’Assino sorgeva quello di Diana. Resta invece sconosciuta la divinità onorata nel tempio collocato all’estremo limite nord – occidentale del distretto iguvino, lungo la strada per Pietralunga. Il borgo medievale si chiamava in epoca romana Forum Julii Concupiensum e collegava l’alta valle del Tevere e del Carpina alla via Flaminia all’altezza di Cagli, nelle attuali Marche, come attestano i resti di antichi tracciati basolati su cui sono ancora visibili i solchi dei carri.

La colonizzazione romana nel territorio di Fossato di Vico risale presumibilmente al III-II secolo a.C. L’insediamento prese il nome di Helvillume grazie alla costruzione della via Flaminia divenne vicus emansio, cioè un importante punto di transito, organizzato per il cambio dei cavalli e per la sosta e ristoro dei viaggiatori. Con Cesare Ottaviano Augusto venne inoltre istituita una stazione di posta. Il suo nome era citato negli itineraria romani, le guide di viaggio che contenevano indicazioni sulle strade, le distanze e i centri urbani. L’Antiquarium ospitato nell’antico Palazzo comunale raccoglie interessanti materiali ed elementi architettonici recuperati dagli scavi effettuati sulla sommità del borgo, pertinenti a una domus e a una cisterna della fine del I secolo a.C. Tra essi un frammento di statua rappresentante una figura femminile che si ispira alla celebre Afrodite Landolina. A nord del borgo, dove il tracciato antico della via Flaminia coincide con l’attuale, è situato il Ponte San Giovanni che conserva le spalle di un ponte romano costruito nel I secolo d.C. Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente l’abitato di Helvillum fu saccheggiato e distrutto. Un nuovo insediamento fu edificato in posizione più dominante, chiamato “Fossaton”, nome bizantino che significa “fortificazione”.

Il Ponte Spiano di Sigillo è il monumento che rappresenta con la sua presenza l’identità di municipio romano dell’antica Suillum. Si tratta di un ponte romano completo lungo 32 metri e largo 3 metri, un capolavoro architettonico imponente che spicca tra la natura all’esterno del borgo. Fu realizzato nella prima età imperiale utilizzando grossi blocchi di pietra corniola lavorata a bugnato rustico, per consentire l’attraversamento del torrente Fonturce sull’antica via Flaminia.

La grande viabilità rappresentata dalla via Flaminia esercitò un ruolo di attrazione per la popolazione umbra di Tarsina (Gualdo Tadino),organizzata in insediamenti di altura fortificati che furono abbandonati in favore di nuovi abitati di valle. In pianura lungo la via consolare si sviluppò alla fine del III sec. a.C. un centro di mercato da cui prese avvio la città romana di Tadinum. I materiali archeologici e la lettura del territorio attestano una comunità fiorente dedita ad attività agricole e silvo-pastorali e la presenza di numerose ville suburbane rustiche. L’area urbana, nata probabilmente in età repubblicana, sorgeva a Sant’Antonio di Rasina nella località di Taino, dove sono stati rinvenuti un pozzo romano e mosaici collegati all’esistenza di terme per il ristoro dei viaggiatori. Numerosi sono i reperti conservati al Museo Civico Rocca Flea che attestano lo splendore della Tadinum romana, tra cui la pregevole lastra di sarcofago con ritratto clipeato del defunto, risalente alla fine del II sec. d.C. e l’epigrafe funeraria in versi dattilici dedicata a Severa, databile al II-III secolo d.C. Interessante è la stele funeraria raffigurante la porta Ditis, ingresso all’aldilà, del II-I sec. a. C. che attesta l’esistenza di una villa o un insediamento rurale. Lo spillone in osso lavorato rinvenuto nell’area di Taino testimonia invece un modello molto diffuso in età imperiale. Alla vitalità seguì in età tardo antica la crisi dovuta alle devastazioni delle invasioni barbariche. Nel 552 il territorio di Tadinum fu teatro della Battaglia di Tagina e della sepoltura di Totila, re dei Goti sconfitto dal generale bizantino Narsete.

L’antica città umbra di Noukria (Nocera Umbra) entrò a far parte della romanità con un trattato di alleanza, divenendo successivamente un fiorente municipio. La Nuceria romana sorgeva ai piedi del colle, nella valle attraversata dalla fiume Topino e dalla via Flaminia. Il Museo archeologico cittadino espone nella sezione romana numerosi reperti provenienti dal territorio. Particolare attenzione è riservata alla via Flaminia, con un plastico e supporti multimediali che documentano il suo antico tracciato e le evidenze archeologiche ancora presenti lungo il percorso, tra cui ponti e muraglioni di sostruzione come quello, imponente, situato in località Le Spogne. Alcune epigrafi e basi di colonna, dedicate a Gallieno, Caligola, Adriano e Giulia Domna, moglie di Settimio Severo sono testimoni dei lavori di ristrutturazione della via consolare eseguiti negli anni a spese dell’impero. Degno di nota è anche il cippo miliario realizzato nell’età di Vespasiano in occasione dei lavori di restauro del diverticolo per Ancona, indicante la distanza in miglia da Roma.  Altri preziosi reperti attestano la presenza nel territorio di strutture termali e residenziali molto complesse: oltre al frammento di mosaico circolare di età tardo imperiale, si possono ammirare alcuni stucchi e marmi pregiati che ornavano l’interno di una villa del I secolo d.C., da cui provengono anche un frammento di bottiglia in vetro blu con incisione paleocristiana del IV secolo e una statua di Venere con Priapo.