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IL MUSEO

Il Museo Ornitologico Naturalistico “Silvio Bambini” si trova all’interno dell’oasi naturalistica di Candeleto, caratterizzata da estesi boschi di conifere e querce, alternati a pascoli e campi coltivati, offrendo uno straordinario habitat idoneo a molte specie di animali.

La storia del Museo comincia nel 1969, quando Silvio Bambini fece imbalsamare un fagiano donatogli da un amico. Dopo qualche anno nacque una raccolta che sarebbe presto diventata una vera e propria collezione della fauna del territorio umbro. Silvio Bambini, animato dall’intenzione di conservare campioni di selvaggina locale, di cui si rischiava di perdere anche la memoria, riuscì in poco tempo a recuperare numerosi esemplari di specie diverse grazie anche alla collaborazione di molti cacciatori dell’Alta Valle del Tevere. Gran parte di queste specie sono oggi tutelate dalla vigente legislazione venatoria.

Quasi tutti gli uccelli e i mammiferi furono acquistati e fatti imbalsamare dal Bambini, il quale realizzò anche le teche di vetro per la loro conservazione. Agli inizi del 1976, la collezione si arricchì a tal punto che il curatore decise di esporre al pubblico per la prima volta gli oltre 230 campioni in un locale di via Albizzini a Città di Castello. Durante la prima metà degli anni ottanta Silvio Bambini continuò a incrementare la sua collezione nella speranza di poter allestire un vero e proprio museo ornitologico.  Nel 1989 la Comunità Montana Alto Tevere Umbro si aggiudicò l’acquisto della collezione ornitologica e la sua conservazione come testimonianza del patrimonio faunistico umbro. Oggi la raccolta è ospitata nell’ex caserma delle Guardie Forestali di Pietralunga, recentemente ristrutturata grazie ai fondi della Regione Umbria e divenuta sede del Museo Ornitologico Naturalistico “Silvio Bambini”.

La collezione ornitologica Attualmente la collezione “Bambini” è costituita da circa 320 campioni, 280 uccelli e 40 mammiferi. Essa rappresenta quasi completamente il patrimonio ornitologico dell’Appennino Umbro. Nel corso del suo primo periodo di formazione (1969-1978) sono entrate a far parte della collezione soprattutto specie locali caratteristiche degli eco sistemi boschivi, palustri, fluviali, rurali e dei centri abitati dell’ Alta Valle del Tevere e alcuni elementi tipici della dorsale appenninica umbro-marchigiana provenienti dai valichi di Bocca Trabaria e Bocca Serriola. Durante il secondo periodo di formazione (1980-1985) il numero di pezzi della collezione è aumentato grazie all’acquisizione di esemplari di provenienza esterna, in particolare di specie tipiche degli ambienti marini e dell’ arco alpino e altre specie provenienti dall’Europa orientale e settentrionale. Per quanto riguarda gli esemplari raccolti localmente, ma provenienti da regioni anche molto lontane forse a causa dell’influenza negativa degli agenti atmosferici durante i lunghi tragitti migratori, molto importante è il ritrovamento, casuale per l’Italia, di un Umbra o Chlamydo¬tis ondulata, attualmente vivente in Nord¬Africa e in Asia. Sono conservate inoltre nel museo specie sconosciute per l’Italia centrale come il fenicottero rosa, presente in Italia solo in Sardegna, e forme cosiddette “anomale” come il merlo bianco. Quest’ ultimo rappresenta infatti un tipico esempio di albinismo, ovvero della mancanza della naturale colorazione delle penne a causa della quale queste sono di colore bianco soltanto in alcune parti o addirittura su tutto il corpo. Sono conservati nel museo molti uccelli che presentano marcato dimorfismo sessuale, stagionale o giovanile, cioè forme diverse per una stessa specie a seconda del sesso, della stagione o dell’età dell’esemplare. Alcune di queste specie sono rappresentate da due o più esemplari con piumaggio diversificato: il quattrocchi, lo sparviere, il fagiano, la pittima reale e il combattente. Altre specie di uccelli della collezione sono invece quelle considerate oggi come rare, ad esempio l’aquila reale, il gufo reale o la ghiandaia marina. Per quanto riguarda gli esemplari appartenenti ai mammiferi, la raccolta è composta da 40 campioni; i più importanti sono un capriolo e un lupo, insieme al tasso e all’istrice tipici di tutto l’Appennino centrale. La collezione Silvio Bambini è importante per vari motivi: dal punto di vista scientifico rappresenta un quadro quasi completo degli uccelli e dei mammiferi dell’Umbria, costituendo così uno strumento di riferimento indispensabile per la conoscenza e lo studio della fauna dell’Appennino centrale; dal punto di vista dell’ educazione ambientale il Museo e la collezione rappresentano uno strumento importante per svolgere attività di salvaguardia e sensibilizzazione verso le problematiche ambientali promosse dalla Comunità Montana e dalla Guardia Forestale dello Stato. Quest’ultima, che attualmente gestisce il Museo, ha messo il proprio personale, in servizio presso il Comando Stazione di Candeleto, a disposizione dei visitatori che vogliono effettuare visite guidate al Museo e all’oasi naturalistica.

LA MAPPA DEL MeTU

IL MUSEO A PIETRALUNGA

CONTATTI

Museo Ornitologico “Silvio Bambini”

Vocabolo Candeleto – Pietralunga (PG)

 075 946 0771

GALLERY

  • ORARI

Dal lunedì al venerdì: 07.00 – 14.00

Sabato: 07.00 – 11.00

La domenica il museo è aperto solo su prenotazione per gruppi.

  • BIGLIETTI

Ingresso Gratuito

PIETRALUNGA

Con origini preistoriche, la città di Pietralunga venne riedificata tra il VI secolo e l’VIII secolo d.C. sull’odierno colle