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La Ceramica nella Storia e la Storia nella Ceramica
Percorsi guidati tra letteratura, storia e cultura materiale. #PalazzodeiConsoliMuseoCivico partecipa a questa edizione di Buongiorno Ceramica proponendo due percorsi guidati con tematiche differenti: Sabato 21 h. 11.00: i piatti istoriati di Mastro Giorgio Andreoli, [...]
GIROGIOCANDO AL MUSEO!
A PASQUA... GiroGiocando al museo! Bambini!!! Correte subito a dire a mamma e papà che a Pasqua e Pasquetta potrete divertirvi tutti al museo con tanti giochi diversi che coinvolgeranno tutta la vostra famiglia!!! Nelle [...]
IL MUSEO CIVICO E I GIOVANI. MEMORIA, IDENTITÀ CIVILE E SVILUPPO LOCALE
Presentazione dei risultati del progetto e del terzo volume dei “Quaderni del Museo Civico Palazzo dei Consoli”: opere, storie, documenti. Progetti e studi sul patrimonio culturale eugubino. Venerdì 25 Marzo 2022, h 17.00 Complesso di [...]
IL MUSEO
Palazzo dei Consoli, denominato in origine Palazzo del Popolo, costituisce con il complesso di Piazza Grande e Palazzo del Podestà una delle più ardite realizzazioni urbanistiche medioevali. Costruito al centro dei quattro quartieri della città sotto la direzione dell’architetto Angelo da Orvieto, l’antico palazzo di governo rappresenta la grandiosità del progetto politico e istituzionale del comune eugubino al principio del XIV secolo. Di stile gotico l’edifico, alto oltre 60 metri, domina il centro storico con la torre campanaria e la loggia panoramica e si apre verso la piazza pensile con la scalinata a ventaglio. Molto suggestivo è l’interno: la grande sala dell’Arengo, con volta a botte, destinata ad accogliere il Consiglio Generale del Popolo, la cappella Palatina e il piano nobile riservato alle funzioni di governo dei Consoli, con affreschi, arredi lignei e fontane la cui presenza costituiva una delle meraviglie della città, che disponeva già dal Trecento di un acquedotto pubblico, opera imponente di ingegneria idraulica. Nel corridoio segreto, i servizi igienici medioevali e le tubature per l’acqua corrente confermano l’alto grado di tecnologia raggiunto dalle maestranze eugubine. Dal 1909 il Palazzo dei Consoli è sede del Museo Civico. La raccolta museale illustra la storia e la cultura della comunità eugubina dalla preistoria al XX secolo. Di assoluto rilievo e fama internazionale sono le Tavole Iguvine, sette lastre di bronzo su cui è inciso il più lungo e importante testo rituale dell’Italia antica. Redatte in momenti diversi tra il III-I sec. a.C. utilizzando due alfabeti dell’epoca, l’etrusco e il latino, le Tavole sono fondamentali per la conoscenza della società, della cultura materiale e della lingua degli antichi Umbri di cui Gubbio, Iguvium, era uno dei centri religiosi più importanti. Le epigrafi bronzee rappresentano il cuore di una collezione archeologica tra le più ricche della regione con reperti che vanno dal paleolitico all’età tardoantica. Monumentali e di grande valore storico sono le epigrafi di carattere celebrativo e funerario esposte nel Lapidario, così come alcune sculture, elementi decorativi e vasellame domestico legati alla storia del municipio romano di Iguvium. Questa sezione è completata da una collezione di monete databili dall’età umbra all’età moderna.
Allestita nella sala della loggetta e lungo il corridoio segreto, la collezione di ceramiche si compone di una selezione di manufatti databili dal XIV sec. al XX secolo. Interessante è la produzione della maiolica arcaica che presenta vasellame di uso domestico decorato con motivi stilizzati geometrico-floreali a due colori, verde ramina e bruno manganese. Preziosa e rinomata è la produzione rinascimentale a lustro rosso e dorato della bottega di Mastro Giorgio Andreoli, attiva a partire dagli anni ottanta del Quattrocento e specializzata nella produzione di maiolica istoriata e lustrata. Usata fin dall’VIII sec. d.C., la tecnica del lustro fu introdotta nella decorazione della ceramica per donare ai manufatti un aspetto di metallo prezioso. Il vasellame farmaceutico costituisce un nucleo importante nella collezione: proveniente dagli antichi ospedali cittadini è caratterizzato principalmente da versatori per medicamenti liquidi e da albarelli destinati a preparazioni dense, oleose e spezie. Completano la collezione una serie di crogiuoli e duomi d’alambicco in terracotta utilizzati per la distillazione. Attesta la riscoperta dell’antica tecnica del lustro, la produzione di ceramica di epoca moderna: fin dalla prima metà del XIX sec. l’attenzione si concretizza non solo nella ricerca storica ma anche tecnologica. I manufatti esposti al museo sono la testimonianza della ricca produzione di Fabbri, Carrocci, Spinaci, Passalboni e Magni. Il percorso museale della ceramica termina con i lavori del maestro Aldo Ajò, principale interprete della tradizione contemporanea. Le sale del piano nobile ospitano la Pinacoteca, caratterizzata da affreschi, dipinti su tavola e tela principalmente di scuola umbra, databili dal tardo Duecento all’Ottocento. Pregevole è la produzione di epoca medioevale in cui spiccano le opere di scuola giottesca della bottega del Maestro della Croce di Gubbio e i grandi polittici di influenza senese attribuiti al Maestro Espressionista di Santa Chiara, a Guido Palmerucci e Mello da Gubbio. Nella sala delle Fontane dominano le grandi tele del XVI e XVII secolo, prevalentemente pale d’altare e gonfaloni, importante sintesi degli orientamenti pittorici presenti a Gubbio in quel periodo: la cultura di stampo rinascimentale di Sinibaldo Ibi e Francesco Signorelli, la “maniera” di Virgilio Nucci e il classicismo romano di Giovan Battista Michelini. Nella collezione trovano spazio opere di pittori influenzati dal naturalismo di Caravaggio come Rutilio Manetti e Simon Vouet. Completano la raccolta museale due collezioni frutto di importanti donazioni entrambe risalenti agli inizi del XX secolo: la collezione Risorgimentale, costituita da testimonianze ed oggetti di varia natura che illustrano il contributo dato dalla città di Gubbio al processo di unificazione del territorio italiano; la collezione Orientale “Vivian Gabriel”, unica nel suo genere, composta prevalentemente da oggetti legati a particolari aspetti della vita religiosa delle popolazioni indosinotibetane.
LA MAPPA DEL MeTU
VIRTUAL TOUR DEL MUSEO
IL MUSEO A GUBBIO
CONTATTI
Museo Civico Palazzo dei Consoli
Piazza Grande – Gubbio (PG)
075 927 4298
ORARI
Da Aprile a Ottobre: ore 10.00 – 13.00 / 15.00 – 18.00
Da Novembre a Marzo: ore 10.00 – 13.00 / 14.30 – 17.30
fine settimana: 10.00 – 18.00
Aperto il 1° gennaio: ore 15.00 – 18.00
Chiuso il 13-14-15 maggio e il 25 dicembre
(nei mesi di Giugno, Luglio, Agosto, festività natalizie, festività pasquali e nei ponti, l’orario potrebbe subire delle variazioni)
La biglietteria chiude 30 minuti prima rispetto all’orario di chiusura del museo
IN OCCASIONE DI MOSTRE TEMPORANEE AGGIUNTIVE LE TARIFFE E GLI ORARI POTREBBERO SUBIRE VARIAZIONI
- BIGLIETTI
Intero: € 7,00
Ridotto: € 5,00
titolari di apposite convenzioni, ragazzi dai 6 ai 25 anni, visitatori oltre 65 anni, gruppi superiori alle 15 unità, giornalisti, residenti nel Comune di Gubbio
Gruppi scolastici: € 4,00
Scuole del Comune di Gubbio: € 2,00
Gratuiti:
bambini sino a 5 anni di età, membri dell’ICOM, membri della Commissione Consultiva della Regione Umbria, guide turistiche,portatori di handicap e un loro accompagnatore, residenti nel Comune di Gubbio in assenza di mostre temporanee
Oro e colore nel cuore dell’Appennino. Ottaviano Nelli e il ‘400 a Gubbio.
Nelle sedi dei musei di Palazzo dei Consoli e Palazzo Ducale sarà visibile al pubblico, dal 23 Settembre 2021 al 9 Gennaio 2022, una mostra attesa e necessaria: la città rende omaggio al pittore eugubino Ottaviano Nelli, uno dei pittori più rappresentativi del gotico internazionale.
La prima notizia sul pittore eugubino Ottaviano Nelli (ca.1370 – 1446/1449) è del 1400. In quell’anno è console del Comune di Gubbio per il Quartiere di Sant’Andrea e deve aver compiuto almeno trent’anni. Da questo momento e fino alla fine della sua vita, poco prima del 1450, la carriera di Ottaviano è tutta di corsa, tra tavole d’altare, oggetti d’artigianato e tante pareti affrescate. Diviene uno dei maggiori interpreti di un linguaggio gotico internazionale dalla vivacità quasi dialettale, ricco di colore e di digressioni aneddotiche. Viene chiamato a lavorare anche a Perugia, Città di Catello, Assisi, Foligno, Fabriano, Urbino, Fano e Rimini, esercitando così influssi a vasto raggio.