La produzione della ceramica, nella fascia nord-est dell’Umbria, è il settore più emblematico delle attività artigiane che dal XIII secolo ad oggi esprime il valore storico-artistico e culturale del territorio; fenomeno diffuso che attraversa la storia della maggioranza dei comuni umbri, le cui generazioni si sono identificate nella maiolica mantenendo viva la tradizione del lustro quattrocentesca, cogliendo le linee del cambiamento.

La ceramica eugubina assume una rilevanza internazionale con Mastro Giorgio Andreoli nel XV sec. la cui produzione, è identificabile nella ripresa della tecnica del lustro, già in uso nell’VIII sec. d.C. fra le popolazioni del Medioriente e della Mesopotamia. Il lustro si ottiene applicando sullo smalto già cotto un impasto di sali d’argento o rame mescolati a terra d’ocra e aceto, un’ulteriore cottura in riduzione di ossigeno e a bassa temperatura consente al lustro di fissarsi. La collezione di ceramica conservata nel Museo Civico Palazzo dei Consoli rappresenta la storia della tradizione ceramica eugubina dalla maiolica arcaica alla produzione del XX secolo. Il Museo Diocesano di Gubbio conserva una Maiolica con i Santi Giacomo e Mariano del XIX secolo di Antonio Passalbuoni. La produzione Otto-Novecentesca gualdese ha come maggior esponente Paolo Rubboli che nel 1875 iniziò una produzione basata su vasi artistici con decorazioni mastrogiorgesche con lustratura a muffola. Sul finire del XIX secolo Alfredo Santarelli conferì nuovo impulso alla ceramica gualdese; iniziò ad operare insieme alla moglie annettendo una scuola di disegno alla sua fabbrica formando maestranze qualificate. Il Polo Museale della città ripercorre le tappe storico-artistiche dell’artigianato ceramico locale, un  museo diffuso che si snoda dal Museo Civico Rocca Flea, al Museo Opificio Rubboli, al Museo della Ceramica di casa Cajani. Nell’operazione di recupero di tradizioni tecniche culturali, Gualdo Tadino donò a Fossato di Vico un piatto di maiolica a lustro eseguito nel 1910 da Alfredo Santarelli, esempio della decorazione a lustro conservato presso l’Antiquarium di Fossato di Vico.  Il Museo archeologico di Nocera Umbra offre un significativo esempio di vasellame greco-italico: dal sito delle Spogne provengono frammenti di ceramica con lavorazioni “impresse”ad unghiate; alcuni frammenti ceramici proto appenninici dell’età del Bronzo; materiali metallici e ceramici risalenti all’età del ferro testimonianza di scambi sia con l’area tirrenica che adriatica. Fra le produzioni romane si segnala la “sigillata italica”, il tipico vasellame da mensa della prima età imperiale.