Nella cripta della Chiesa di Santa Maria dei Laici, detta dei Bianchi, tre delle pareti sono affrescate con Scene della Passione che prevedevano pure la presenza di un statua del Cristo morto posizionata all’interno di una nicchia- sepolcro e probabilmente anche di altre sculture. La rappresentazione doveva iniziare sulla parete sinistra guardando l’altare con l’Ultima Cena per proseguire con l’Orazione nell’orto dei Getsemani e la Lavanda dei piedi, mentre la Flagellazione, due frammentarie scene con l’Uscita da Gerusalemme e la Salita al Calvario e infine l’Inchiodatura alla croce occupano la parete destra. La Crocifissione è realizzata sulla parete dell’altare mentre il fulcro del racconto drammatico sembra essere costituito dal Compianto sul Cristo morto. L’autore dei dipinti, che vanno datati verso il 1470, potrebbe essere Domenico di Cecco, il giovanissimo garzone che affiancò Ottaviano Nelli nei suoi ultimi anni. 

A causa dell’umidità e delle cattive condizioni delle murature, gli affreschi sono stati in buona parte strappati dalle pareti (1965) e sono attualmente esposti nel Museo Diocesano di Gubbio. In attesa di poter proceder alla loro ricollocazione nel luogo di appartenenza, utilizzando una metodologia già sperimentata in diverse circostanze tramite il rilievo digitale e l’elaborazione di un sistema a realtà virtuale, si è cercato per ora di proporre la ricostruzione digitale dell’aspetto originario della cripta, curata dall’arch. Giorgio Verdiani dell’Università di Firenze, con il riposizionamento virtuale degli affreschi e della statua che doveva essere ospitata all’interno del sarcofago-nicchia.